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1/ Filmato:
56
K o 512
K (con Windows Media Player)
(Introduzione al piccolo automa mago dei fratelli Maillardet).
2/ Filmato:
56
K o
512 K (con Windows Media Player)
(Introduzione
al grande automa mago dei fratelli Maillardet).
Questo
filmato è tratto dal video"Les androïdes Jaquet-Droz".
Questo filmato e numerosi altri che trattano di automi
e androidi sono disponibili nel nostro
negozio on-line.
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I fratelli Maillardet
erano famosi per i maghi e gli indovini montati su orologi a pendolo che
realizzavano. I più conosciuti sono sicuramente il grande mago e
il piccolo mago che si possono ammirare al Museo Internazionale dell'Orologeria
a La Chaux-de-Fonds. |
Il piccolo automa del mago dei fratelli Maillardet
Foto: Museo Internazionale dell'Orologeria
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I fratelli Maillardet,
Jaques-Rodolphe, Henri e Jean David, di origine contadina, avevano
sempre vissuto all'ombra dei Jaquet-Droz. Furono i loro apprendisti,
i loro fornitori di meccanismi per uccellini e addirittura i loro
soci. Abitanti del piccolo villaggio di Fontaines, costruirono tra
il 1808 e il 1840 una serie di maghi che conobbero la notorietà
grazie agli illustri creatori di Neuchâtel.
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Il grande automa del mago dei fratelli Maillardet
Foto: Museo Internazionale dell'Orologeria
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Alfred Chapuis
e Fridolin Wiget descrivono con queste parole il grande mago: |
Il grande automa del mago dei fratelli Maillardet
Foto: Museo Internazionale dell'Orologeria
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"Il grande mago dei Maillardet
ha un cappello a punta e l'abito dei prestigiatori e illusionisti
di epoca precedente a quella di Robert-Houdin. La lunga barba
riccioluta conferisce al mago un'espressione austera e maestosa.
Alla sua destra si trova una tavola ricoperta da un tappetto su
cui sono posti alcuni oggetti dall'aspetto alquanto misterioso.
E' seduto su una sedia posta più indietro, a destra di
una piattaforma il cui pendolo forma un piedistallo dorato di
40 cm di altezza per 50 cm di larghezza, da cui proviene una musica.
Il nostro personaggio tiene un libro nella mano sinistra e una
bacchetta magica nella destra. In un cassettino, posto sul piedistallo,
avviene l'interrogatorio grazie a dodici tavole su cui sono scritte
le domande. Se il cassettino viene richiuso senza nessuna domanda
al suo interno, l'indovino si limiterà a scuotere la testa
per negare. Se la domanda, invece, viene messa nel cassetto e
spinta verso il fondo, il mago allora si agita, si alza solennemente,
gira gli occhi poi alza la bacchetta verso una finestrella ovale
situata a destra, sopra la sua testa. I due battenti si aprono
bruscamente e appare la risposta.
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Dopo aver verificato l'esattezza della risposta,
il mago fa ancora qualche gesto, poi si risiede in maniera molto spontanea.
Terminata questa scena, due tulipani, posti agli angoli della piattaforma,
si schiudono per poi richiudersi lentamente.
Il concatenarsi dei movimenti e dei gesti compiuti
con estrema naturalezza e senza scatti è qualcosa di straordinario".
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Esempi di domande e risposte:
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- Qual'è l'alimento dell'anima?
- Di cosa bisogna essere avari?
- Qual'è lo scopo supremo della scienza?
- Cos'è la morale?
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- La Verità e la Giustizia.
- Del tempo.
- Smascherare l'ignoranza.
- L'igiene dell'anima.
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"Il piccolo mago resta in
piedi su una piattaforma, davanti a un frontone dorato decorato
con ghirlande che fanno da cornice a due paffuti bambini musicisti.
Il meccanismo, contenuto nel piedistallo, è visibile nella
sua totalità, mediante uno specchio. Il personaggio ha
le stesse funzioni e gli stessi movimenti del grande mago. La
risposta viene scritta sullo sportello visibile nella parte superiore.
Se si dimentica di mettere una domanda nel cassettino adibito
a questo scopo, l'indovino resta immobile, e alla sua destra appare
un diavoletto che gesticola per far capire che l'oracolo non ha
alcuna risposta da fornire".
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Il piccolo automa del mago dei fratelli Maillardet
Foto: Museo Internazionale dell'Orologeria
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Ecco due esempi
di domande poste in francese al piccolo mago e le sue risposte: |
- Cosa origina il pensiero maligno?
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- L'ozio.
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- Cosa perde la donna che cambia la propria
modestia in sfrontatezza?
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-Metà del suo fascino.
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L'automa scrittore disegnatore dei fratelli Maillardet
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In una pubblicazione del
1812, l'Enciclopedia di Edimburgo, rivela l'esistenza di un automa
scrittore e disegnatore realizzato dai Maillardet:
"I Maillardet hanno realizzato un automa che scrive e disegna.
Il personaggio rappresenta una bambina inginocchiata con un pennello
in mano. Quando comincia a lavorare, il pennello viene intinto
nell'inchiostro e un foglio da disegno viene messo sulla tavola
di bronzo. Il personaggio si mette a scrivere e quando la riga
è terminata, ricomincia da capo. Scrive così quattro
brani francesi e inglesi e disegna tre paesaggi, nell'arco di
un'oretta".
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Meccanismo dell' automa scrittore disegnatore dei
fratelli Maillardet
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L'automa si può
attualmente ammirare presso il Research Museum dell'Istituto Franklin a
Philadelphia. Una vecchia lettera di uno dei direttori del museo, Thomas
Coulson,ci svela la storia di questo automa: |
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"Un giorno un abitante
della città ci raccontò che la sua famiglia possedeva
un automa che disegnava diverse figure e scriveva versi. Non fu
molto chiaro sui particolari perchè il meccanismo non funzionava
da ormai molti anni. Ma, da quel poco che disse, fu comunque possibile
rendersi conto che l'automa aveva un certo valore.
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L'androide allo stato attuale
Foto: Research Museum
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Il proprietario pensava che
il meccanismo fosse opera di Maelzel, l'inventore del metronomo.
Alla fine, la casa in cui l'automa era conservato venne distrutta
da un incendio e l'automa fu talmente danneggiato che non fu più
possibile capire come fosse inizialmente. Non era rimasto altro
che un ammasso di camme e ingranaggi".
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"Tuttavia, la commissione del Museo, visibilmente
interessata ai frammenti dei disegni conservati, decise di acquistare
il meccanismo danneggiato per cercare di ripararlo. Uno dei meccanici
del Museo Franklin intraprese questo lavoro e dopo molti sforzi riuscì
ad aggiustarlo e rimetterlo in funzione.
Il meccanico si chiamava Charles Roberts e fu molto fiero del proprio
successo che non esitò a considerarlo come il traguardo più
importante della sua vita.
Una volta che il meccanismo fu rimesso in funzione,
fu l'automa stesso a farci capire di essere figlio non di Maezel ma di
Maillardet. Infatti si può vedere che una delle strofe in versi
reca la seguente dicitura:
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"Scritto dall'automa di Maillardet".
Questo ci permise di identificarlo... Aggiungiamo inoltre che per
nostro errore l'abbiamo anche fatto cambiare di sesso, da maschio
a femmina".
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I quattro disegni e la scrittura dell'automa dei
Maillardet
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